Gli Heresiarch rientrano in quella
categoria di gruppi identificabili come "next big thing".
Ufficialmente nati nel 2008 a Wellington in Nuova Zelanda, lo zoccolo
duro della loro prima incarnazione è però rappresentato da due
volti noti della scena oceanica: JB (futuro chitarrista dei
Diocletian) e, soprattutto, CjS (all'anagrafe Cameron James Sinclair,
batterista dei succitati sin dai primissimi anni oltre che degli
altrettanto validi Witchrist e guest su varie releases di nomi
altisonanti per l'underground quali Apocalypse Command, Bolzer,
Vassafor etc..); partono con un demo nel 2011 edito da Satanic
Skinhead Propaganda che annovera fra le tre canzoni una
chiusura in tributo ai Bathory con la cover di Equimanthorn.
Successivamente, sempre nel 2011, è la volta del mini che ci accingiamo a recensire. A
fronte della buona qualità del demo, questo EP mi ha colpito il
cuore sin dal primissimo ascolto. E' raro trovare delle realtà così
potenti e qualitativamente eccelse in una scena ormai satura di
gruppi spesso fotocopia o anche semplicemente dalla dubbia sincerità
artistica, spinti solo dal trend del momento nel suonare in un certo
modo, ma senza un vero ideale a muoverli. A tal proposito una label
come la Dark Descent Records, etichetta tra le leader nella ricerca di
nuovi talenti dotati della giusta capacità ed attitudine per suonare
metal, proprio non poteva farsi sfuggire la possibilità di produrre
tale perla. La risultante è un cd con un booklet abbastanza scarno
ad onor del vero ma che verrà in seguito ristampato in versione
vinilica dalla S.S.P. Ed eccoci ai cinque anatemi di odio e distruzione
(+ intro): "Abomination" è l'intro di un minuto abbondante
che, in pieno stile Diocletian, ci introduce appunto al disco. Fra sirene apocalittiche e simil-bombardamenti vari parte la prima
vera song "Carnivore". Con questa seconda traccia del lotto
già si entra al 100% nel mood degli Heresiarch: influenze che vanno
dallo stile "autoctono" dei Diocletian (con riff
serratissimi e blast-beats), ovviamente figlio del trademark a firma
Conqueror, fino a dei rallentamenti che potrebbero vagamente
ricordare gli Archgoat (e a livello di suoni, in determinati
frangenti l'impressione è netta). E in tutto questo c'è una certa
"originalità" da parte dei neozelandesi che riescono, con
un tocco unico, a dare un senso di amalgama a tutto il
riffing/drumming che non va MAI lontanamente vicino al cacofonico.
Una produzione bomba ci permette di apprezzare tutti i guizzi e le
finezze di questo combo, in risalto soprattutto gli stacchi a inizio
canzone (specialmente quello della terza canzone, "Iconoclasm")
e le rullate frequentissime da parte di un eccelso drummer. La
succitata "Iconoclasm" e la successiva "Thunorrad"
sono le canzoni più brevi del mini, oscillando fra i due e i tre
minuti e sono manifesto della natura "fuoriclasse" di
questi ragazzi. Se in canzoni oscillanti fra i 4 e i 5/6 minuti
potrebbe risultare più "semplice" infarcire una song di
vari riff ed incatenarli fra loro... gli Heresiarch ci dimostrano
come, anche in favore di un minutaggio più esiguo, è possibile
vomitare riff e drumming di livello senza dare l'impressione di
mancanza di fluidità e di pezzi "attaccati" fra di loro
senza un nesso. Dimostrazione pura di superiorità. Ed il mini si
conclude con altri due pezzi più lunghetti, "Conflagration"
e la più lenta "Intransigent" la quale ci mostra, in
maniera più esplicita, la mano più cadenzata dei Nostri (anche se
ciò è circoscritto nello specifico ai primi 2 minuti e alla parte
finale della track), e manco a dirlo non deludono, anzi! Una delle
migliori uscite degli ultimi anni in campo black/death, con una
copertina azzeccata ad opera di Nick Keller (disegnatore neozelandese
di opere post-apocalittiche) e, con un nuovo EP alle porte (di cui la
preview già fa presagire il meglio), non possiamo far altro che
onorare questa grandiosa realtà aspettando la loro nuova fatica (che
uscirà il 31 marzo per Iron Bonehead) e supportarli comprando il
loro materiale.
Nessun commento:
Posta un commento