venerdì 7 marzo 2014

METAL RECORDS HIGHLIGHTS. 2013

Il 2013 è già passato agli archivi da un pò... ripercorriamolo attraverso i suoi highlights discografici.
Graditi ritorni ed ottime conferme hanno infarcito di succulente uscite l'anno appena trascorso, in ordine sparso (sperando di non saltare niente) e con specifiche didascalie disco per disco, ecco una lista completa dei "must".


Immolation – Kingdom Of Conspiracy (Nuclear Blast)


Il ritorno dei re di New York (dopo tre anni da "Majesty & Decay" e due anni dall'ottimo mini "Providence") non delude, anzi! Personalmente gli Immolation rientrano fra le mie cinque band death metal preferite e non potevo non avere un hype esagerato nell'attesa di questo disco. "Niente di nuovo sul fronte occidentale": death metal Immolation style al 100%. Dissonanze, tempi che vanno ben aldilà del concetto semplicistico del "quattro quarti" pur, come sempre, senza mai cadere nel troppo cervellotico o fine a se stesso... la voce di Dolan è una delle cose più belle che il metal abbia mai potuto avere, ed il songwriting di Vigna altrettanto. In più, "gregari" come Taylor e Shalaty non possono non essere gli uomini giusti per completare questo idilliaco quadretto di death metal d'alta scuola!Una pecca questo disco ce l'ha, purtroppo. La produzione di batteria risulta troppo fredda/plasticosa/computerizzata... obblighi con la label? Penso non lo sapremo mai. I pattern sono perfetti e la resa dal vivo di canzoni come la titletrack o Indoctrinate (la migliore a mio avviso) rendono ancor più necessario un suono organico e naturale della batteria ma tant'è. 


Suffocation – Pinnacle Of Bedlam (Nuclear Blast)


Ancora New York, ancora Nuclear Blast. Stavolta sono i Suffo a tornare alla ribalta con un nuovo platter che segna il ritorno discografico di Dave Culross dietro le pelli. Il Pinnacolo è un disco che risente dell'era attuale: una produzione "moderna" e anche alcune soluzioni più leggere, più "catchy", potrebbero far pensare ad un passo falso da parte di Mullen & co. In realtà, a fronte di qualche critica immotivata, il comeback dei Suffo è tutto fuorchè brutto. Il loro stile è inconfondibile, i loro riff riconoscibilissimi, la prova di Mullen è clamorosa come lo è anche quella di Culross. Un pezzo come "As Grace Descends" (canzone promossa in anteprima con tanto di videoclip) non può non essere elogiato con tutti gli encomi del caso. Grandi riff, drumming ottimo e tiro eccellente, una "live song" al 100% che, infatti, dal vivo non fa prigionieri. Una delle migliori canzoni (prese singolarmente) di questo 2013; e poi la consueta ri-registrazione di un pezzo di "Breeding The Spawn", "Beginning Of Sorrow". Ottimo disco, superiore, a mio avviso,agli ultimi due capitoli della discografia dei Suffo (l'omonimo e "Blood Oath"), secondo solo a "Souls To Deny" nel periodo post-reunion. NYDM.


Morbosidad – Muerte De Cristo En Golgota (Nuclear War Now!)


A distanza di cinque anni dal predecessore, ed ottimo, "Profana La Cruz Del Nazareno", il Morboso Metal torna a distruggere tutto ciò che di sacro vi è al mondo. Questo full contiene tutti i dettami del modo di suonare Black/Death Metal che i Morbosidad ci hanno insegnato: canzoni brevi, oscillanti fra uno e due minuti e mezzo, produzione sporca ma comprensibile, riff e drumming ossessivi e martellanti figli dei Sarcofago (ma più estremizzati), vocals in madrelingua e blasfemia a fiotti. Quando hai in 27 minuti ben 12 canzoni, ti rendi conto che l'ascolto di questo disco equivale ad una scarica di chiodi che ti si conficcheranno addosso senza pietà. La cover finale di "Hammer Of Satan" degli Archgoat non fa che chiarire ancor di più questo concetto. Nell'ultimo periodo i Morbosidad, per problemi di salute di Thomas Stench, sono stati non attivissimi sotto il punto di vista live, ma fin quando le perle discografiche che cacceranno saranno di questa qualità, "lunga vita al Morboso Metal!"

Centurian – Contra Rationem (Listenable Records)


Ecco. Questo era uno dei comeback più attesi in questo 2013. Bastarono 28 giorni per soddisfarci. Ed ecco appunto che il 28 gennaio, per Listenable, esce "Contra Rationem"; chi si ricorda(va) dei Centurian, sicuramente ha a mente il loro stile infernale di intendere il death metal, figlio dei Morbid Angel ma anche dei Deicide. Nati nel 1997 con il nome di Inquisitor, la loro carriera discografica parte nel medesimo anno con il demo "Of Purest Fire" (con tanto di cover di "Blasphemy" dei succitati M.A. appunto) e prosegue con pezzi di storia del death metal underground anni 2000 europeo: il primo full "Choronzonic Chaos Gods" del 1999, il famoso disco con la copertina dipinta con il sangue dei componenti del gruppo, ed il capolavoro "Liber Zar Zax" del 2001. Dopo... il buio. Dopo un paio d'anni di silenzio assoluto tornano con un nuovo monicker, Nox. Stessi membri, stile simile (con più artifici tecnici però) e sembra che, dopo un full e due mini, i Centurian propriamente detti siano solo un vecchio ricordo. Ed invece nel 2011 ecco il ritorno! I Centurian tornano con la line up "storica" (se non fosse per qualche avvicendamento di strumento come Seth Van De Loo che passa dalla voce alla batteria) e l'aggiunta di un "nuovo" singer, Niel Adams (virgolettato perchè aveva cantato nei mini dei Nox). La risultante è un disco solido, 666% Centurian style. Ciò comporta un "involuzione" dagli anni dei Nox, più completi e pieni di soluzioni anche più tecniche come dicevamo prima, che ora tornano a lasciar il posto ad un death metal più "dritto" e meno artificioso. Altra cosa che salta all'occhio è la natura più breve delle canzoni, che vanno dai 2 ai 4 minuti, svolta importante nel songwriting dei nostri in quanto se si poteva muovere una critica, ad esempio, al loro "Liber Zar Zax" era proprio quella di essere un mattone difficile da digerire nei suoi 46 minuti di tempo (!). Negli ultimi due anni sono tornati ad incendiare anche i più prestigiosi palchi death metal europei con una maestria unica... sono una grande band che meriterebbe molto più del supporto che hanno sempre ricevuto.


Inquisition – Obscure Verses For The Multiverse (Season Of Mist)


Questa era una delle uscite più attese/temute dall'underground! Da quando, circa un anno e mezzo prima, Dagon se ne uscì con un paio di comunicati in cui, in maniera sibillina, lasciava presagire una non meglio specificata svolta per gli Inquisition (firmando per Season of Mist e adducendo un abbandono del loro storico facepainting). L'oracolo pareva dirci che tutto ciò era al fine di guadagnare economicamente di più, e da qui il passaggio a SoM partendo da una label come Hells Headbangers. Nulla di sbagliato se non fosse che queste dichiarazioni, il più delle volte, si sono rivelate dei fiaschi colossali capaci solo di rovinare e distruggere gruppi anche di un certo valore, svilirizzandoli della loro attitudine e della loro musica. Dopo più di un anno di "passione", il 25 ottobre siamo stati felicemente smentiti. Il disco è solido e tremendamente Inquisition style. Non entrando nel merito dell'album, queste sono pur sempre didascaliche presentazioni dei dischi e non proriamente recensioni, l'unico cambiamento, se così vogliamo chiamarlo, è il leggero "allegerimento" (scusate il wordplay), di determinate ritmiche e riff in favore di tempi più lenti e cadenzati. Tutto ciò però non intacca nè il valore del disco nè quello del gruppo; gli Inquisition ci hanno da sempre abituato a momenti anche più compassati e "viaggianti", e qui, coerentemente anche con il concept "universale" il tutto si sposa in un quadro che funziona. Artwork a cura di Paolo "MadMan" Girardi che lascia, come sempre, senza parole e produzione leggermente più scura dei loro ultimi lavori (in sede di anteprima/samplers il suono della batteria, estrapolato da tutto il resto, l'ho considerato non molto lontano da suoni che andrebbero bene anche su dischi death metal). Giusto per la cronaca... in tutto questo dal vivo i Nostri si sono tutt'altro che rammoliti, continuano ad evocare quarte dimensioni e demoni astrali ritualizzando a più non posso. Supporto!


Profanatica – Thy Kingdom Cum (Hells Headbangers Records)


E torna, sulla lunga distanza, anche un'altra leggenda del black metal. I Profanatica di Paul Ledney irrompono a fine novembre con un nuovo disco un pò "out of nowhere". La pubblicità fatta per la sua promozione partì poco più di un mese prima lasciando tutti gli appassionati un pò spiazzati, ma ovviamente in maniera positiva. Dietro una copertina e dei titoli in pieno stile Ledney, il lotto di canzoni che ci aspetta ci sorprende. Le canzoni hanno un songwriting leggermente diverso rispetto ai dischi precedenti, il box di note che comprende i, malatissimi, riff di questo disco è più lungo rispetto a quello che ci aspettavamo. La mano cadenzata di John Gelso, come già detto, spinge come non mai sull'acceleratore della malattia e ci dona riff da sturbo mentale a partire dalla opener "Ruptureholyhymen". Nota particolare: la seconda canzone, "Foul The Air With Blasphemy", è un non celato tributo ai mitici Necrovore! Il primo riff della canzone infatti riprende lo start della titletrack del leggendario demo dei texani "Divus De Mortuus", ed altri rimandi più o meno riconoscibili sono all'interno della song (come il terzo riff della medesima canzone). Giusto per citare qualche titolo degno di nota, le tre canzoni d'anteprima "Thy Kingdom Cum", "Ropes Of Hatred" e "Water To Blood" sono il degno epilogo, essendo le ultime tre track, di un grandissimo ritorno.


Exhumed – Necrocracy (Relapse Records)


Tornano anche gli alfieri del Gore Metal. La mia devozione per un metal hero come Matt Harvey mi ha spinto ad ascoltare, a suo tempo, ancor prima dell'acquisto questo album, motivato in primis dal voler smentire le, solite, gratuite critiche che si muovono verso questo gruppo e, come volevasi dimostrare, i piagnistei al motto di "no ma non sono più quelli di una volta... no ma sono melodici", vengono devastati già dalla prima canzone "Coins Upon The Eyes". Un refrain da cantare invocando il metal sperando che realtà come queste non muoiano mai (e le quattro canzoni presenti nello split con gli Iron Reagan uscito a gennaio di quest'anno non fanno altro che confermare quanto appena detto... sebbene non abbia apprezzato particolarmente le cover punk presenti nel lato Exhumed). Le altre canzoni, che si muovono su una scia death metal ala Carcass, non hanno niente da invidiare alla opener e scorrono via che è un piacere. In tre ascolti il disco è bello che assimilato. "The dust in the mausoleum will never settle from the relentless pounding of gore fucking metaaal!!!"


Darkthrone – The Underground Resistance (Peaceville Records)


Torniamo ad inizio anno, il 25 febbraio, dopo tre anni di silenzio, è la volta del comeback di Fenriz e Nocturno Culto. Quì come al solito è un "opinion maker fest" quando si parla di nuovo disco dei norvegesi: tutti pronti ad additarli come a) traditori del black """vero""" b) "se voglio sentirmi i Motorhead non mi ascolto i nuovi DT" c) "non sanno suonare speed metal" d) "dovevano cambiar nome". Avendo, da queste parti, una considerazione minore di quella di Malgioglio per la figa riguardo le opinioni altrui (specialmente se idiote e frutto di, paraculistici, IMHO), il disco è bellissimo. Non il migliore dei Darkthrone, nè se prendiamo in esame tutta la loro carriera, nè se prendiamo quella anni 2000. Tuttavia, in sei canzoni, i pezzoni ci sono e il refrain di "Valkyrie" mi lascia sempre disidratato in zona pelvica. Una mezza suite come "Live No Cross Unturned" invece era semplicemente perfetta nel ruolo d'anteprima al disco (sebbene fossero stati pubblicati solo i primi sette minuti dei quattordici complessivi). Punti di forza: le influenze che vanno dai Mercyful Fate ai Celtic Frost agli Agent Steel, con un carico esplosivo di riff, refrain e vocals da anthem. Punti deboli: in isolati cas il songwriting potrebbe essere migliore e gli assoli decontestualizzati (annale problema per i nostri). Quando Nocturno Culto decide, giustamente, di partire con un assolo up o mid tempo che sia, ci troviamo sempre di fronte a due problemi intercambiabili fra loro: 1) il suono del disco è abbastanza pomposo (ed è giusto per la miscela speed/heavy/black attuale) ed il suono del solo è freddissimo (manco fosse stato registrato per un "Transilvanian Hunger") 2) sono troppo statici. Le note utilizzate per assoleggiare saranno, si e no, quattro o cinque ad assolo... ma ci va bene così dopotutto. 


Autopsy – The Headless Ritual (Peaceville Records)


Rimaniamo nella britannica Peaceville per il nuovo Autopsy. Poco da dire. Quando di fronte hai istituzioni del genere che, della coerenza attitudinale ed artistica (e ciò non vuol dire che abbiano fatto dischi uguali fra loro... anzi!), hanno fatto la propria carriera, non puoi che acquistare il disco nuovo appena esso esce, metterlo in stereo, e fare il tuo dovere di headfistbanger. La peculiarità degli ultimi Autopsy, giusto per fare un appunto, è il rendere la proposta più diretta e meno malata rispetto un tempo. Questo "Headless Ritual", uscito il 24 giugno, è molto lungo: in 44 minuti ci presenta tutto il lerciume di Reifert e compagni. Migliore o "peggiore" del precedente? Non so. "Macabre Eternal" dalla sua aveva ben un'ora, cinque minuti e ventisette secondi di Autopsy Metal e, a mio avviso, ha un tiro ancora più lento, "doom", di HR. Nel frattempo è già stato annunciato un nuovo disco, "Tourniquets, Hacksaws & Graves", atteso per il 21 aprile 2014, ancora per Peaceville. Preordiniamo.


Bolzer – Aura (Iron Bonehead Productions, ep)


Quì mi inchino. Dopo aver ascoltato "Entranced By The Wolfshook", la mia canzone preferita del disco e prima canzone in assoluta ascoltata dal sottoscritto di questo nuovo gruppo svizzero, sono completamente impazzito. Non essendo rappresentato dal trend che tende a mitizzare ogni gruppo proveniente dall'underground con determinate sonorità che possono andare di moda in alcuni periodi storici (l'era attuale è quella del death metal fumoso post Incantation e/o death-doom), tant'è che il gruppo l'ho scoperto solo di recente, ben dopo l'esplosione del fenomeno Bolzer, posso asserire tranquillamente che questo ep è, nel suo campo, la miglior uscita dell'anno. I ragazzi (HzR e KzR) hanno personalità ed originalità da vendere, riff del genere credo non li ho mai ascoltati... Difficile etichettare le loro influenze: vagamente potrebbero ricordare qualcosa dei primi Necros Christos nella stesura dei brani, con un sound certamente diverso e che, appunto, strizza l'occhio a quella "fumosità" di cui sopra. Non vedo l'ora di beccarli dal vivo, per me si beccano l'encomio in questa annata. Concept spettacolare.


Grave Miasma – Odori Sepulcrorum (Sepulchral Voice Records)


Lo stile, inconfondibile, in casa Sepulchral Voice è portato avanti discograficamente in questo caso dai Grave Miasma. Gli ex Goat Molestor ci presentano una prova da considerarsi, a mio avviso, della maturità. Le idee presenti nel mini di debutto "Exalted Emanations" trovano qui una veste aggiornata e qualitativamente appetibilissima per chi è fan di sonorità che vanno dai Necros Christos agli Incantation. Un platter che su uno scaffale di dischi lo si potrebbe trovare vicino ad un cd dei Venenum (non a caso compagni d'etichetta dei londinesi). Otto canzoni più traccia strumentale per cinquanta minuti di necromantico black/death metal (a mio avviso più death che black a questo giro).


Running Wild – Resilient (SPV)


Molti, tutti direi, storsero il naso al ritorno discografico del 2012 dei RW. "Shadowmaker" destò sconforto sulle capacità di scrittura di Rock'n'Rolf a tutti... ma non a me! Il disco, dopo ripetuti ascolti ovviamente ed ovviamente contestualizzando il tutto e senza cercare paragoni infantili con i capolavori del gruppo, mi piacque. Canzoni come "Piece Of The Action", "Me & The Boys" e la titletrack me le ricordo ancora benissimo... e qui, in questo "Resilient", la qualità OGGETTIVA del songwriting di Rolf Kasparek torna ad essere lapalissiana. I commenti positivi, ed addirittura entusiasti, su questo disco (uscito il 2 ottobre) sono arrivati dalla comunità metal tutta ed ovviamente vedono me in prima linea a sbandierarne la qualità (ovviamente con la bandiera dei pirati). Le canzoni ai due estremi, "Soldiers Of Fortune" e "Bloody Island"sono le mie preferite. Un trionfo di riff totali alla Kasparek e ritornelli fenomenali. Non si poteva chiedere molto altro da Rock'n'Rolf nel 2013. Oltre le più rosee aspettative. Speriamo solo che torni un batterista a suonare in studio (e che magari li faccia tornare anche dal vivo).


Ogdru Jahad – I (Iron Bonehead Productions)


Qui, essendo l'opera prima sulla lunga distanza di questo gruppo, se qualcuno si fosse perso le vicende relative a Seventh Blasphemer, rischierebbe di andare incontro ad uno spoiler. "I" è il debutto degli OJ, gruppo formato dal succitato S.B., qui con il nome di Necrodevil, come prosecuzione del suo vecchio, e grande gruppo, Sadomator. Il disco, uscito per Iron Bonehead, si muove tra i vecchi gruppi di Seventh Blasphemer e soluzioni che potrebbero ricordare anche gli Archgoat. Il suono, "ciotto" ed incisivo, è azzeccatissimo ed in undici tracce, per una mezz'ora abbondante di black/death metal blasfemo ed irriverente verso il sacro, i danesi si piazzano sicuramente fra le top underground release of the year.



Le uscite valide 2013, oggettivamente e soggettivamente, non finiscono certo quì. Anche solo sul suolo italico le uscite sono state variegate e con qualità mediamente alta. Ecco dunque una lista di "honorable mentions" per concludere questo lungo viaggio fra le oscenità sonore 2013:

Demonomancy – Throne Of Demonic Proselytism (Nuclear War Now!)
Ares Kingdom – Veneration (Nuclear War Now!)
Antediluvian – Logos (Nuclear War Now!)
Incantation/Archgoat – Reh & Live 1990/Jesus Spawn (Nuclear War Now!, split. Package uscito con il libro di Chris Moyen)
Necrobutcher – Schizophrenic Noisy Torment (Nuclear War Now!, best of)
Denouncement Pyre – Almighty Arcanum (Hells Headbangers Records)
Impiety – The Impious Crusade (Hells Headbangers Records, ep)
Into Darkness – Cosmic Chaos (Unholy Domain Records, demo)
Manilla Road – Mysterium (Shadow Kingdom Records)
Motorhead – Aftershock (UDR Music)
Necroblood – Second Blood (Iron Bonehead Productions, ep)
Sheol – Sepulcharl Ruins Below The Temple (Iron Bonehead Productions, demo)
Entrails – Raging Death (Metal Blade)
Enforcer – Death By Fire (Nuclear Blast)
Craven Idol – Towards Eschaton (Dark Descent Records)
Pyrexia – Feast Of Iniquity (Unique Leader Records)
Broken Hope – Omen Of Disease (Century Media Records)
Vasaeleth – All Uproarious Darkness (Profunde Lore Records, ep)
Deranged – Morgue Orgy (Sevared Records, ep)
Defeated Sanity – Passages Into Deformity (Willowtip)
Christ Denied – Cancer Eradiction (Xtreem Music)
Nocturnal Graves - ...From The Bloodline Of Cain (Hells Headbangers Records)
Fulmination – Humanity's Dirge (Dark Descent Records)
In League With Satan/Satanik Goat Ritual – Seven Spittings On The Face Of Madonna (Blasphemous Art Productions)
Coffins – The Fleshland (Relapse Records)
Ritualization – Beyond The Shrine Of Shattered Bones (Blood Harvest, ep)
Satan – Life Sentence (Listenable Records)
Mortuary Drape/Shining – In The Eerie Cold Where All The Witches Dance (Primitive Art Records)
Sign Of The Jackal – Mark Of The Beast (High Roller Records)
Necroholocaust – Ritual Goat Command 2003 – 2013 (Black Goat Terrorist 666, compilation)
Excidium – Infecting The Graves Vol.2 (Despise The Sun Records, compilation)
Disma/Convulse – Days Of Death (Doomentia, split)