Il 2013 è già passato agli archivi da
un pò... ripercorriamolo attraverso i suoi highlights discografici.
Graditi ritorni ed ottime conferme
hanno infarcito di succulente uscite l'anno appena trascorso, in
ordine sparso (sperando di non saltare niente) e con specifiche
didascalie disco per disco, ecco una lista completa dei "must".
Immolation – Kingdom Of Conspiracy
(Nuclear Blast)
Il ritorno dei re di New York (dopo tre
anni da "Majesty & Decay" e due anni dall'ottimo mini
"Providence") non delude, anzi! Personalmente gli Immolation rientrano fra le mie cinque band death metal preferite e non potevo
non avere un hype esagerato nell'attesa di questo disco. "Niente
di nuovo sul fronte occidentale": death metal Immolation style
al 100%. Dissonanze, tempi che vanno ben aldilà del concetto
semplicistico del "quattro quarti" pur, come sempre, senza
mai cadere nel troppo cervellotico o fine a se stesso... la voce di
Dolan è una delle cose più belle che il metal abbia mai potuto
avere, ed il songwriting di Vigna altrettanto. In più, "gregari"
come Taylor e Shalaty non possono non essere gli uomini giusti per
completare questo idilliaco quadretto di death metal d'alta scuola!Una
pecca questo disco ce l'ha, purtroppo. La produzione di batteria
risulta troppo fredda/plasticosa/computerizzata... obblighi con la
label? Penso non lo sapremo mai. I pattern sono perfetti e la resa
dal vivo di canzoni come la titletrack o Indoctrinate (la migliore a
mio avviso) rendono ancor più necessario un suono organico e naturale della batteria ma tant'è.
Suffocation – Pinnacle Of Bedlam
(Nuclear Blast)
Ancora New York, ancora Nuclear Blast.
Stavolta sono i Suffo a tornare alla ribalta con un nuovo platter che
segna il ritorno discografico di Dave Culross dietro le pelli. Il
Pinnacolo è un disco che risente dell'era attuale: una produzione
"moderna" e anche alcune soluzioni più leggere, più
"catchy", potrebbero far pensare ad un passo falso da parte
di Mullen & co. In realtà, a fronte di qualche critica
immotivata, il comeback dei Suffo è tutto fuorchè brutto. Il loro
stile è inconfondibile, i loro riff riconoscibilissimi, la prova di
Mullen è clamorosa come lo è anche quella di Culross. Un pezzo come
"As Grace Descends" (canzone promossa in anteprima con
tanto di videoclip) non può non essere elogiato con tutti gli encomi
del caso. Grandi riff, drumming ottimo e tiro eccellente, una "live
song" al 100% che, infatti, dal vivo non fa prigionieri. Una
delle migliori canzoni (prese singolarmente) di questo 2013; e poi la
consueta ri-registrazione di un pezzo di "Breeding The Spawn",
"Beginning Of Sorrow". Ottimo disco, superiore, a mio
avviso,agli ultimi due capitoli della discografia dei Suffo
(l'omonimo e "Blood Oath"), secondo solo a "Souls To
Deny" nel periodo post-reunion. NYDM.
Morbosidad – Muerte De Cristo En
Golgota (Nuclear War Now!)
A distanza di cinque anni dal
predecessore, ed ottimo, "Profana La Cruz Del Nazareno", il
Morboso Metal torna a distruggere tutto ciò che di sacro vi è al
mondo. Questo full contiene tutti i dettami del modo di suonare Black/Death Metal che i Morbosidad ci hanno insegnato: canzoni brevi,
oscillanti fra uno e due minuti e mezzo, produzione sporca ma
comprensibile, riff e drumming ossessivi e martellanti figli dei
Sarcofago (ma più estremizzati), vocals in madrelingua e blasfemia a
fiotti. Quando hai in 27 minuti ben 12 canzoni, ti rendi conto che
l'ascolto di questo disco equivale ad una scarica di chiodi che ti si conficcheranno
addosso senza pietà. La cover finale di "Hammer Of Satan"
degli Archgoat non fa che chiarire ancor di più questo concetto.
Nell'ultimo periodo i Morbosidad, per problemi di salute di Thomas
Stench, sono stati non attivissimi sotto il punto di vista live, ma
fin quando le perle discografiche che cacceranno saranno di questa
qualità, "lunga vita al Morboso Metal!"
Centurian – Contra Rationem
(Listenable Records)
Ecco. Questo era uno dei comeback più attesi in questo 2013. Bastarono 28 giorni per soddisfarci. Ed
ecco appunto che il 28 gennaio, per Listenable, esce "Contra Rationem";
chi si ricorda(va) dei Centurian, sicuramente ha a mente il loro stile
infernale di intendere il death metal, figlio dei Morbid Angel ma
anche dei Deicide. Nati nel 1997 con il nome di Inquisitor, la loro
carriera discografica parte nel medesimo anno con il demo "Of
Purest Fire" (con tanto di cover di "Blasphemy" dei
succitati M.A. appunto) e prosegue con pezzi di storia del
death metal underground anni 2000 europeo: il primo full "Choronzonic
Chaos Gods" del 1999, il famoso disco con la copertina dipinta
con il sangue dei componenti del gruppo, ed il capolavoro "Liber
Zar Zax" del 2001. Dopo... il buio. Dopo un paio d'anni di silenzio
assoluto tornano con un nuovo monicker, Nox. Stessi membri, stile
simile (con più artifici tecnici però) e sembra che, dopo un full e
due mini, i Centurian propriamente detti siano solo un vecchio ricordo.
Ed invece nel 2011 ecco il ritorno! I Centurian tornano con la line
up "storica" (se non fosse per qualche
avvicendamento di strumento come Seth Van De Loo che passa dalla voce
alla batteria) e l'aggiunta di un "nuovo" singer, Niel
Adams (virgolettato perchè aveva cantato nei mini dei Nox). La
risultante è un disco solido, 666% Centurian style. Ciò comporta un
"involuzione" dagli anni dei Nox, più completi e pieni di
soluzioni anche più tecniche come dicevamo prima, che ora tornano a
lasciar il posto ad un death metal più "dritto" e meno
artificioso. Altra cosa che salta all'occhio è la natura più breve
delle canzoni, che vanno dai 2 ai 4 minuti, svolta importante nel
songwriting dei nostri in quanto se si poteva muovere una critica, ad
esempio, al loro "Liber Zar Zax" era proprio quella di
essere un mattone difficile da digerire nei suoi 46 minuti di tempo
(!). Negli ultimi due anni sono tornati ad incendiare anche i più
prestigiosi palchi death metal europei con una maestria unica... sono
una grande band che meriterebbe molto più del supporto che hanno
sempre ricevuto.
Inquisition – Obscure Verses For The
Multiverse (Season Of Mist)
Questa era una delle uscite più
attese/temute dall'underground! Da quando, circa un anno e mezzo
prima, Dagon se ne uscì con un paio di comunicati in cui, in maniera
sibillina, lasciava presagire una non meglio specificata svolta per
gli Inquisition (firmando per Season of Mist e adducendo un abbandono del loro
storico facepainting). L'oracolo pareva dirci che tutto ciò era al
fine di guadagnare economicamente di più, e da qui il passaggio a SoM partendo da una label come Hells
Headbangers. Nulla di sbagliato se non fosse che queste
dichiarazioni, il più delle volte, si sono rivelate dei fiaschi
colossali capaci solo di rovinare e distruggere gruppi anche di un
certo valore, svilirizzandoli della loro attitudine e della
loro musica. Dopo più di un anno di "passione", il 25
ottobre siamo stati felicemente smentiti. Il disco è solido e
tremendamente Inquisition style. Non entrando nel merito dell'album,
queste sono pur sempre didascaliche presentazioni dei dischi e non
proriamente recensioni, l'unico cambiamento, se così vogliamo
chiamarlo, è il leggero "allegerimento" (scusate il
wordplay), di determinate ritmiche e riff in favore di tempi più
lenti e cadenzati. Tutto ciò però non intacca nè il valore del
disco nè quello del gruppo; gli Inquisition ci hanno da sempre
abituato a momenti anche più compassati e "viaggianti", e
qui, coerentemente anche con il concept "universale" il
tutto si sposa in un quadro che funziona. Artwork a cura di Paolo
"MadMan" Girardi che lascia, come sempre, senza parole e
produzione leggermente più scura dei loro ultimi lavori (in sede di
anteprima/samplers il suono della batteria, estrapolato da tutto il
resto, l'ho considerato non molto lontano da suoni che andrebbero
bene anche su dischi death metal). Giusto per la cronaca... in tutto
questo dal vivo i Nostri si sono tutt'altro che rammoliti, continuano
ad evocare quarte dimensioni e demoni astrali ritualizzando a più
non posso. Supporto!
Profanatica – Thy Kingdom Cum (Hells
Headbangers Records)
E torna, sulla lunga distanza, anche
un'altra leggenda del black metal. I Profanatica di Paul Ledney
irrompono a fine novembre con un nuovo disco un pò "out of
nowhere". La pubblicità fatta per la sua promozione partì poco
più di un mese prima lasciando tutti gli appassionati un pò
spiazzati, ma ovviamente in maniera positiva. Dietro una copertina e
dei titoli in pieno stile Ledney, il lotto di canzoni che ci aspetta
ci sorprende. Le canzoni hanno un songwriting leggermente diverso
rispetto ai dischi precedenti, il box di note che comprende i,
malatissimi, riff di questo disco è più lungo rispetto a quello che ci
aspettavamo.
La mano cadenzata di John Gelso, come già detto, spinge come non mai
sull'acceleratore della malattia e ci dona riff da sturbo mentale a
partire dalla opener "Ruptureholyhymen".
Nota particolare: la seconda canzone, "Foul The Air With
Blasphemy", è un non celato tributo ai mitici Necrovore! Il
primo riff della canzone infatti riprende lo start della titletrack
del leggendario demo dei texani "Divus De Mortuus", ed
altri rimandi più o meno riconoscibili sono all'interno della song
(come il terzo riff della medesima canzone). Giusto per
citare qualche titolo degno di nota, le tre canzoni d'anteprima "Thy
Kingdom Cum", "Ropes Of Hatred" e "Water To
Blood" sono il degno epilogo, essendo le ultime tre track, di un
grandissimo ritorno.
Exhumed
– Necrocracy (Relapse Records)
Tornano
anche gli alfieri del Gore Metal. La mia devozione per un metal hero
come Matt Harvey mi ha spinto ad ascoltare, a suo tempo, ancor prima
dell'acquisto questo album, motivato in primis dal voler smentire le,
solite, gratuite critiche che si muovono verso questo gruppo e, come volevasi dimostrare, i piagnistei al motto di "no
ma non sono più quelli di una volta... no ma sono melodici",
vengono devastati già dalla prima canzone "Coins Upon The
Eyes". Un refrain da cantare invocando il metal sperando che
realtà come queste non muoiano mai (e le quattro canzoni presenti
nello split con gli Iron Reagan uscito a gennaio di quest'anno non fanno
altro che confermare quanto appena detto... sebbene non abbia
apprezzato particolarmente le cover punk presenti nel lato Exhumed).
Le altre canzoni, che si muovono su una scia death metal ala Carcass,
non hanno niente da invidiare alla opener e scorrono via che è un
piacere. In tre ascolti il disco è bello che assimilato. "The
dust in the mausoleum will never settle from the relentless pounding
of gore fucking metaaal!!!"
Darkthrone
– The Underground Resistance (Peaceville Records)
Torniamo
ad inizio anno, il 25 febbraio, dopo tre anni di silenzio, è la
volta del comeback di Fenriz e Nocturno Culto. Quì come al solito è
un "opinion maker fest" quando si parla di nuovo disco dei
norvegesi: tutti pronti ad additarli come a) traditori del black
"""vero""" b) "se voglio sentirmi
i Motorhead non mi ascolto i nuovi DT" c) "non sanno
suonare speed metal" d) "dovevano cambiar nome".
Avendo, da queste parti, una considerazione minore di quella di
Malgioglio per la figa riguardo le opinioni altrui (specialmente se
idiote e frutto di, paraculistici, IMHO), il disco è bellissimo. Non
il migliore dei Darkthrone, nè se prendiamo in esame tutta la loro
carriera, nè se prendiamo quella anni 2000. Tuttavia, in sei
canzoni, i pezzoni ci sono e il refrain di "Valkyrie" mi
lascia sempre disidratato in zona pelvica. Una mezza suite come "Live
No Cross Unturned" invece era semplicemente perfetta nel ruolo
d'anteprima al disco (sebbene fossero stati pubblicati solo i primi
sette minuti dei quattordici complessivi). Punti di forza: le
influenze che vanno dai Mercyful Fate ai Celtic Frost agli Agent
Steel, con un carico esplosivo di riff, refrain e vocals da anthem.
Punti deboli: in isolati cas il songwriting potrebbe essere
migliore e gli assoli decontestualizzati (annale problema per i nostri). Quando Nocturno
Culto decide, giustamente, di partire con un assolo up o mid tempo
che sia, ci troviamo sempre di fronte a due problemi intercambiabili
fra loro: 1) il suono del disco è abbastanza pomposo (ed è giusto
per la miscela speed/heavy/black attuale) ed il suono del solo è
freddissimo (manco fosse stato registrato per un "Transilvanian
Hunger") 2) sono troppo statici. Le note utilizzate per
assoleggiare saranno, si e no, quattro o cinque ad assolo... ma ci va bene così dopotutto.
Autopsy – The Headless Ritual
(Peaceville Records)
Rimaniamo nella britannica Peaceville per il
nuovo Autopsy. Poco da dire. Quando di fronte hai istituzioni del
genere che, della coerenza attitudinale ed artistica (e ciò non vuol
dire che abbiano fatto dischi uguali fra loro... anzi!), hanno fatto la
propria carriera, non puoi che acquistare il disco nuovo appena esso esce,
metterlo in stereo, e fare il tuo dovere di headfistbanger. La
peculiarità degli ultimi Autopsy, giusto per fare un appunto, è il
rendere la proposta più diretta e meno malata rispetto un
tempo. Questo "Headless Ritual", uscito il 24 giugno, è
molto lungo: in 44 minuti ci presenta tutto il lerciume di Reifert e
compagni. Migliore o "peggiore" del precedente? Non so.
"Macabre Eternal" dalla sua aveva ben un'ora, cinque minuti
e ventisette secondi di Autopsy Metal e, a mio avviso, ha un tiro
ancora più lento, "doom", di HR. Nel frattempo è già
stato annunciato un nuovo disco, "Tourniquets, Hacksaws &
Graves", atteso per il 21 aprile 2014, ancora per Peaceville.
Preordiniamo.
Bolzer – Aura (Iron Bonehead
Productions, ep)
Quì mi inchino. Dopo aver ascoltato "Entranced
By The Wolfshook", la mia canzone preferita del disco e prima
canzone in assoluta ascoltata dal sottoscritto di questo nuovo gruppo
svizzero, sono completamente impazzito. Non essendo rappresentato dal
trend che tende a mitizzare ogni gruppo proveniente dall'underground
con determinate sonorità che possono andare di moda in alcuni
periodi storici (l'era attuale è quella del death metal fumoso post Incantation
e/o death-doom), tant'è che il gruppo
l'ho scoperto solo di recente, ben dopo l'esplosione del fenomeno
Bolzer, posso asserire tranquillamente che questo ep è, nel suo
campo, la miglior uscita dell'anno. I ragazzi (HzR e KzR) hanno
personalità ed originalità da vendere, riff del genere credo non li
ho mai ascoltati... Difficile etichettare le loro influenze:
vagamente potrebbero ricordare qualcosa dei primi Necros Christos
nella stesura dei brani, con un sound certamente diverso e che,
appunto, strizza l'occhio a quella "fumosità" di cui
sopra. Non vedo l'ora di beccarli dal vivo, per me si beccano
l'encomio in questa annata. Concept spettacolare.
Grave Miasma – Odori Sepulcrorum
(Sepulchral Voice Records)
Lo stile, inconfondibile, in casa
Sepulchral Voice è portato avanti discograficamente in questo caso
dai Grave Miasma. Gli ex Goat Molestor ci presentano una prova da
considerarsi, a mio avviso, della maturità. Le idee presenti nel
mini di debutto "Exalted Emanations" trovano qui una veste
aggiornata e qualitativamente appetibilissima per chi è fan di sonorità che vanno dai Necros Christos agli Incantation. Un platter
che su uno scaffale di dischi lo si potrebbe trovare vicino ad un cd
dei Venenum (non a caso compagni d'etichetta dei londinesi). Otto
canzoni più traccia strumentale per cinquanta minuti di necromantico
black/death metal (a mio avviso più death che black a questo giro).
Running Wild – Resilient (SPV)
Molti, tutti direi, storsero il naso al
ritorno discografico del 2012 dei RW. "Shadowmaker" destò
sconforto sulle capacità di scrittura di Rock'n'Rolf a tutti... ma
non a me! Il disco, dopo ripetuti ascolti ovviamente ed ovviamente
contestualizzando il tutto e senza cercare paragoni infantili con i
capolavori del gruppo, mi piacque. Canzoni come "Piece Of The
Action", "Me & The Boys" e la titletrack me le
ricordo ancora benissimo... e qui, in questo "Resilient",
la qualità OGGETTIVA del songwriting di Rolf Kasparek torna ad
essere lapalissiana. I commenti positivi, ed addirittura entusiasti,
su questo disco (uscito il 2 ottobre) sono arrivati dalla comunità
metal tutta ed ovviamente vedono me in prima linea a sbandierarne la
qualità (ovviamente con la bandiera dei pirati). Le canzoni ai due
estremi, "Soldiers Of Fortune" e "Bloody Island"sono
le mie preferite. Un trionfo di riff totali alla Kasparek e
ritornelli fenomenali. Non si poteva chiedere molto altro da
Rock'n'Rolf nel 2013. Oltre le più rosee aspettative. Speriamo solo
che torni un batterista a suonare in studio (e che magari li faccia
tornare anche dal vivo).
Ogdru Jahad – I (Iron Bonehead
Productions)
Qui, essendo l'opera prima sulla lunga
distanza di questo gruppo, se qualcuno si fosse perso le vicende
relative a Seventh Blasphemer, rischierebbe di andare incontro ad uno
spoiler. "I" è il debutto degli OJ, gruppo formato dal
succitato S.B., qui con il nome di Necrodevil, come prosecuzione del
suo vecchio, e grande gruppo, Sadomator. Il disco, uscito per Iron
Bonehead, si muove tra i vecchi gruppi di Seventh Blasphemer e
soluzioni che potrebbero ricordare anche gli Archgoat. Il suono, "ciotto" ed incisivo, è azzeccatissimo ed in undici tracce, per una
mezz'ora abbondante di black/death metal blasfemo ed irriverente
verso il sacro, i danesi si piazzano sicuramente fra le
top underground release of the year.
Le uscite valide 2013, oggettivamente e
soggettivamente, non finiscono certo quì. Anche solo sul suolo italico le uscite
sono state variegate e con qualità mediamente alta. Ecco dunque una
lista di "honorable mentions" per concludere questo lungo
viaggio fra le oscenità sonore 2013:
Demonomancy – Throne Of Demonic
Proselytism (Nuclear War Now!)
Ares Kingdom – Veneration (Nuclear
War Now!)
Antediluvian – Logos (Nuclear War
Now!)
Incantation/Archgoat – Reh & Live
1990/Jesus Spawn (Nuclear War Now!, split. Package uscito con il
libro di Chris Moyen)
Necrobutcher – Schizophrenic Noisy
Torment (Nuclear War Now!, best of)
Denouncement Pyre – Almighty Arcanum
(Hells Headbangers Records)
Impiety – The Impious Crusade (Hells
Headbangers Records, ep)
Into Darkness – Cosmic Chaos (Unholy
Domain Records, demo)
Manilla Road – Mysterium (Shadow
Kingdom Records)
Motorhead – Aftershock (UDR Music)
Necroblood – Second Blood (Iron
Bonehead Productions, ep)
Sheol – Sepulcharl Ruins Below The
Temple (Iron Bonehead Productions, demo)
Entrails – Raging Death (Metal Blade)
Enforcer – Death By Fire (Nuclear
Blast)
Craven Idol – Towards Eschaton (Dark
Descent Records)
Pyrexia – Feast Of Iniquity (Unique
Leader Records)
Broken Hope – Omen Of Disease
(Century Media Records)
Vasaeleth – All Uproarious Darkness
(Profunde Lore Records, ep)
Deranged – Morgue Orgy (Sevared
Records, ep)
Defeated Sanity – Passages Into
Deformity (Willowtip)
Christ Denied – Cancer Eradiction
(Xtreem Music)
Nocturnal Graves - ...From The
Bloodline Of Cain (Hells Headbangers Records)
Fulmination – Humanity's Dirge (Dark
Descent Records)
In League With Satan/Satanik Goat
Ritual – Seven Spittings On The Face Of Madonna (Blasphemous Art
Productions)
Coffins – The Fleshland (Relapse
Records)
Ritualization – Beyond The Shrine Of
Shattered Bones (Blood Harvest, ep)
Satan – Life Sentence (Listenable
Records)
Mortuary Drape/Shining – In The Eerie
Cold Where All The Witches Dance (Primitive Art Records)
Sign Of The Jackal – Mark Of The
Beast (High Roller Records)
Necroholocaust – Ritual Goat Command
2003 – 2013 (Black Goat Terrorist 666, compilation)
Excidium – Infecting The Graves Vol.2
(Despise The Sun Records, compilation)
Disma/Convulse – Days Of Death (Doomentia, split)
Disma/Convulse – Days Of Death (Doomentia, split)
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