giovedì 8 gennaio 2015

METAL RECORDS HIGHLIGHTS. 2014

Ripercorriamo le migliori uscite dell'anno prendendo in considerazione full-lenght, ep, split e demo, proponendoli in ordine sparso (non d'importanza), sperando di non saltare nulla.

Diocletian – Gesundrian (Osmose Productions)

Internal Bleeding – Imperium (Unique Leader Records)

Incantation – Dirges Of Elysium (Listenable Records)

Heresiarch – Waelwulf (Iron Bonehead Productions, ep)

Unaussprechlichen Kulten – Baphomet Pan Shub-Niggurath (Iron Bonehead Productions)

Necroholocaust – Holocaustic Goat Metal (Iron Bonehead Productions)

Blaspherian – Upon The Throne... Of Eternal Blasphemous Death (Iron Bonehead Productions, ep)

Sadistic Intent – Reawakening Horrid Thoughts (Iron Pegasus Records, ep)

Mortuary Drape – Spiritual Independence (Iron Tyrant)

Nunslaughter – Angelic Dread (Hells Headbangers Records)

Midnight – No Mercy For Mayhem (Hells Headbangers Records)

Cannibal Corpse – A Skeletal Domain (Metal Blade Records)

Dead Congregation – Promulgation Of The Fall (Martyrdoom Productions)

Rude – Soul Recall (F.D.A. Rekotz)

Autopsy – Tourniquets, Hacksaws And Graves (Peaceville Records)

Decaying Purity – Malignant Resurrection Of The Fallen Souls (Sevared Records)

Necros Christos – Nine Graves (Sepulchral Voice Records, ep)

Corpsessed – Abysmal Thresholds (Dark Descent Records)

Dire Omen – Wrestling The Revelation Of Futility (Dark Descent Records)

Goatpenis – Flesh Consumed On The Battlefield (Deathangle Absolution Records)

Satanic Warmaster – Fimbulwinter (Werewolf Records)

Goatmoon – Voitto Tai Valhalla (Werewolf Records)

Teitanblood – Death (Norma Evangelium Diaboli)

Nocturnal – Storming Evil (High Roller Records)



honorable mentions for:


Bunker 66 – Screaming Rock Believers (High Roller Records)
Centinex – Redeeming Faith (Agonia Records)
Varathron – Untrodden Corridors Of Hades (Agonia Records)
Imprecation/Blaspherian – Imprecation/Blaspherian (Dark Descent Records, split)
Embrace Of Thorns/Maveth – A Plague Through The Heavens (Dark Descent Records, split)
Brutally Deceased – Black Infernal Vortex (Doomentia Records)
StarGazer – A Merging To The Boundless (Nuclear War Now! Productions)
Vassafor/Sinistrous Diabolus – Vassafor/Sinistrous Diabolus (Iron Bonehead Productions, split)
Gehennah – Metal Police (Lightning Records, ep)
Bolzer – Soma (Invictus Productions, ep)
Bestial Evil - Reborn In Bestiality (Blasphemous Art Productions)
Morfin - Inoculation (F.D.A. Rekotz)
Communion - Demo III (Maestro 3, demo)
Communion - Instrumental Rehearsal (self-released, demo)
Disentomb - Misery (New Standard Elite)
Damonacy - Morbidity Within (Lord Of The Flies Records, compilation)
Gorgasm - Destined To Violate (New Standard Elite)
Goatblood - Nekro Rituals (Dunkelheit Productions)
Perdition Temple - Sovereign Of The Desolate (Hells Headbangers Records)
Into Darkness/Ghoulgotha - Shifted To The Red End Of The Spectrum/Abnormal Paralysis (Unholy Domain Records)
Corpsefucking Art - Quel Cimitero Accanto Alla Villa (Sevared Records)
ZOM - Flesh Assimilation (Invictus Productions)


martedì 15 aprile 2014

DAMONACY

Rovistando fra le pagine perdute del metal non è raro imbattersi in realtà talmente squisite che ci riesce impensabile ritenerle, appunto, sconosciute. L'aggettivo che sintetizza quanto suddetto è il termine "cult". Se definiamo il termine "culto" come "la manifestazione del sentimento con cui l'uomo, riconoscendo l'eccellenza di un altro essere, lo onora", e trasponiamo questo concetto in ambito Metal, non possiamo non soffermarci innanzi ad uno degli acts meno conosciuti, ma altrettanto intriganti, della storia del death metal americano. I Damonacy.



La storia dei Damonacy nasce a fine anni 80, precisamente nel 1989 a Belford (New Jersey); lì un manipolo di ragazzi appassionati e coinvolti nella nascente scena death metal, decise di imbracciare gli strumenti e, senza esser bisognosi di una preparazione tecnica esagerata, di assestarsi nella prima line up che storicamente siamo in grado di ricostruire: Brian Worland alla voce, Stan Zielinski alla chitarra, Matt McCluskey all'altra chitarra, Mike Klose al basso e Jason Corr alla batteria. Il cammino iniziale in verità partì a nome Sadistic Intent, ed i lidi musicali toccati erano più hardcore punk che Death Metal. Ci troviamo di fronte ad un gruppo di ragazzi dall'età media molto bassa: quasi tutti hanno trovato nei Damonacy la loro unica esperienza musicale e, nell'89, l'unico componente con un passato altrove era McCluskey, il quale aveva suonato l'anno prima nell'unico demo, "A Verdict", di un gruppo power metal locale chiamato Insidious Threat.
Con questa formazione, accreditabile al 100% solo dal 1991 (anno d'uscita del primo demo, di cui, a breve, parleremo) in quanto le fonti e informazioni relative a tutti i componenti della primissima ora del gruppo sono quanto mai ostiche da ricercare, i Nostri registrano, come detto, nel 91 il loro primo demo.



Registrato al Trax East Studio, South River (New Jersey), con la produzione di Steve Evetts (un tipo molto famoso dietro alla console in quel periodo sulla east coast: Incantation, Demolition Hammer, Whiplash e, ultimamente anche Sepultura, passano sotto le sue mani) e l'artwork di Rob Leecock (responsabile parimenti della copertina del full dei Ripping Corpse, oltre che di materiale Human Remains e del primo EP dei Revenant), "From Within" si presenta come una autoproduzione rilasciata come tape "pro printed" ed un piccolo inserto per i testi. Questo demo rappresenta una validissima "ID card" per il gruppo: in 32 minuti e 33 secondi, vengono raccolte ben cinque canzoni (Infernal Desolation, Necromancer, Welcome Home, Carcinogenic e la title-track, From Within) che pesano come un macigno sull'economia della scena, pionieristica, dell'epoca.
Se molti, infatti, ritengono, a ragion veduta, la triade Suffocation/Internal Bleeding/Pyrexia come la culla del death metal NY style, si farebbe un torto ai Damonacy che ebbero l'unica sfortuna di non uscire sotto label ma, cronologicamente, al 100% coetanei con gli altri tre. Esaminiamo l'anno corrente, isolandoci un attimino dalle altre scene limitrofe (sia geograficamente che per stile.. anche gli Immolation erano di NY ma lo stile era decisamente diverso): 1991. E' impressionante vedere come quest'anno sia, spontaneamente, lo "start" discografico per tutti questi gruppi. Esce il famoso "The One Dollar Demo" degli Internal Bleeding che è si un'autoproduzione ma viene bissata subito dal seminale "Invocation Of Evil" che troverà ristampa e promozione dalla Wild Rags. I Pyrexia, sempre nel 91, pubblicano il loro primo demo il quale, per quanto DIY, trovò una vetrina decisamente più ampia data la presenza alla chitarra di un certo Guy Marchais (ex Suffocation all'epoca, poi di nuovo della partita di Mullen e co., futuro chitarrista degli stessi Internal Bleeding e ci sono video che lo attestano jammare anche con i Cannibal Corpse in giro). Infine i Suffo che, neanche a dirlo, con "Human Waste" erano già su Relapse. I Damonacy in tutto questo pagano, probabilmente, un'età leggermente più "verde" che non legittimava e non rendeva giustizia alla loro proposta a livello promozional/commerciale! Per quanto riguarda l'impatto sulla scena underground le cose andarono diversamente, ma lo vedremo più avanti.
Nel 1991 accade un altro avvenimento importante per la storia del gruppo. Nasce la Corpse Grinder Records, etichetta francese dedita a Black e Death Metal underground. 



Prima di arrivare ai Damonacy, infatti, la label (che chiuderà da lì ad un lustro), produce sette pollici di un certo valore, come "Consumed By Darkness" dei Macabre End (i futuri God Macabre), "Deprived Of Afterlife" degli Acheron (futuri Abramelin, australiani, niente a che fare con il gruppo di "Satanic Victory")... la sede precisa della label era ad Arcueil, cittadina di ventimila abitanti distante appena 2 km dalla capitale Parigi ed era intestata a tal Simon-Soundira Fabien, in via Gay Lussac 27.
Il buon Fabien ci vide giusto con i Damonacy e decise di produrgli la loro successiva release.
Nel frattempo, in America, il gruppo inizia ad avere dei problemi con la legge; non arrivavano grandi opportunità per suonare live e di lì a poco nacque la "famosa" vicenda del doppio bassista dei Damonacy. Tutti i metal database riportano infatti che nel periodo attorno al 1992, oltre al già presentato Mike Klose, al basso, vi era un ulteriore sezione ritmica a nome di Ben Danburger. I motivi di questa scelta sono tuttora poco chiari, sembrerebbe che il bassista originale iniziò ad avere ulteriori problemi con la giustizia ed entrasse ed uscisse dal carcere continuamente. Da quì la necessità di trovare quantomeno un rimpiazzo momentaneo. Per la precisione, uno dei ripetuti arresti avvenne proprio on stage, durante un concerto! L'anima sanguigna e "metal" del gruppo, comunque, non si esauriva in Klose. Si narra che, "once upon a time", nel corso di un festival, durante la loro esibizione, un tizio, da sotto il palco, iniziò ad inveire contro i musicisti (ed in particolare contro il cantante) in quanto, secondo lui, sembrava inscenare movenze da rapper. Alla fine del concerto il fato e la sua tisis vollero che, Brian Worland e Stan Zielinski si trovarono con lo sciagurato all'interno di un ascensore. Da quell'ascensore uscirono solo i due "rapper".
E giungiamo al nuovo disco.
"Therapeutic Morbidity" vede la luce nel 1992, constante di due canzoni, "Corpulent Carrion" e "Prince Of Perversion". L'uscita di questo disco è particolare e potrebbe trarre in inganno i fans vedendo due uscite a nome Damonacy con, praticamente, stesso titolo e stesse canzoni (vd. la discografia ufficiale, consultabile da vari siti, tra cui Metallum). Fatto sta che la prima versione di questo platter venne rilasciata come demo, sempre sotto la label francese, come anteprima del suo formato principale, ovvero il vinile sette pollici e la classificazione come ep. "Therapeutic Morbidity", sempre registrato presso i TraxEast Studio, New Jersey, e sempre con il produttore Steve Evetts, incarna al 100% il concetto di "Demonic Slam". Questa catchphrase è simbolica ed emblematica per quanto riguarda l'identità del gruppo: un death metal antico e rozzo, in stile newyorkese (che, anni dopo, influenzerà il cosiddetto stile "slam") con testi infernali, demoniaci, blasfemi ed anticristiani. Ecco elencate le differenze sostanziali fra "Therapeutic Morbidity" demo e "Therapeutic Morbidity" ep.

Demo:


  • copertina fotocopiata
  • formato cassetta
  • esiste una versione con una traccia in più: "Expectations Of The Fulfillment" (registrata per una compilation cd della Moribound Records, compilation che tuttavia non uscì mai)
EP:


  • formato vinile, sette pollici
  • la versione di "Corpulent Carrion" era presente sulla compilation "Midnight Offerings – Death Metal Sampler from The U.S.A." registrata per With Your Teeth Records

Interessante notare come la Corpse Grinder Records accrediti entrambe le due uscite sotto la sua egida e, presumibilmente, "available" presso il suo catalogo pur essendo due dischi identici in tutto e per tutto (se non per le sottili differenze di cui sopra).

Da questo momento in poi la carriera dei Damonacy raggiunge il suo apice: non solo un mini su label d'oltreoceano ma anche più concerti. La band mette in vendita anche delle magliette, divenute anch'esse col tempo oggetto di culto, per promuovere al meglio la loro ultima fatica discografica ed iniziano a girare molti flyer che pubblicizzavano i loro concerti con illustri colleghi a dividere il palco con loro: "New Jersey Metal Fest 94" w/ Ripping Corpse, Human Remains, Threshold Of Pain, Godspeed, Fatal Array ed altri al Count Basie Theater di Red Bank, NJ; "Milwaukee Metalfest 94" w/: Slayer, Cannibal Corpse, Overkill, Bolt Thrower, Benediction, Morta Skuld, Broken Hope, Internal Bleeding, Lucifer's Hammer, etc.etc;"Easter Sunday Death Metal Hell" w/ Entombed, Ripping Corpse, Exhorder, Ritual Torment e Human Remains; "Therapeutic Morbidity release party" w/ Grotesque Infection, Corpus Rottus, Mortal Decay ed Exterminance in un bar sulla spiaggia "On Chelsea avenue" di una non meglio specificata zona del NJ (in questa occasione furono rilasciati ufficialmente dalla band, oltre al disco, anche le maglie ed i cappellini); "Michigan Death Fest III" nel 1994 w/ Broken Hope, Gorguts, Deceased, Morpheus Descends, Embalmer, Lucifer's Hammer, Exhumed, Gutted e molti altri;  si attesta anche un'intervista su un magazine internazionale chiamato "High Voltage" e molteplici recensioni qua e là sulle fanze dell'epoca.

Da questo momento in poi, 1994 circa, le notizie dei Damonacy finiscono. L'ufficiosità, mai confermata proprio per mancanza di info e per la "latitanza" dei membri, li vuole sciolti; il loro materiale diviene merce rara e da collezione (dato che, come detto prima, nel 1995 la stessa loro etichetta viene a mancare) ed il loro contributo alla scena si confonde nel mare magnum di tanti altri gruppi che, come loro, seminarono – non tantissimo ma seminarono- e non raccolsero quanto gli spettava. Si parlava di una reunion nel 2002, ma l'ufficialità, anche stavolta, non viene confermata e, senza timore di smentita, i più si dimenticarono di questo grande gruppo. Inspiegabilmente sono stati ignorati dalle etichette del settore, specialmente negli ultimi anni, periodo di pieno trend death metal old school.
Nel 2014 tuttavia, nasce la Lord Of The Flies Records, label italiana  prettamente dedicata al death metal.



 Dopo decenni di futili attese, finalmente si riesce a trovare un deal con Stan Zielinski e la label si appresta nel giro di qualche mese a pubblicare una compilation di tutto il materiale Damonacy! Nello specifico la release conterrà "From Within" e "Therapeutic Morbidity" più la bonus track presente nella versione tape di TM ("Expectations Of My Fulfillment") e due live songs inedite ("Crop" e "Justice"). L'artwork è stato affidato a Mark Riddick ed il booklet vedrà la partecipazione, come presentatore del disco e come narratore di alcuni aneddoti del tempo, di Chris Pervelis (storico chitarrista e fondatore degli Internal Bleeding) e di John Hartman (chitarrista dei Mortal Decay). Il disco è stato già rimasterizzato presso l'immortale TraxEast Studio (dove gli stessi membri registrarono all'epoca, come detto). 

artwork di Riddickart per la compilation


In più anche il merch Damonacy ha avuto, grazie alla novella label, una spolverata: oltre ad uno sticker con il logo, sono già uscite delle ottime longsleeve con un artwork che, insieme a molti altri, all'epoca non vennero mai usati dalla band.




Ed eccoci alla fine di questo viaggio nel tempo dal 1989 ai giorni nostri. La meritocrazia nel metal è sempre stato un qualcosa di relativo. E' vero, alcuni gruppi sono nel posto che gli spetta per giusti meriti ma a molti altri è stato privato tale riconoscimento per ragioni estranee alla qualità artistica prodotta dai gruppi stessi. La fruizione odierna del Metal è, inoltre, pesantemente inficiata tanto dal futile easy listening dei download o delle piattaforme "usa e getta" come Spotify o Youtube quanto dall'uso sconsiderato dei social network più canonici come Facebook o Instagram i quali son riusciti nell'impresa di appiattire le differenze che contraddistinguono gli individui prima ancora che quelle che rappresentato le diverse (sotto) culture come il Metal, appunto. Questo scenario comporta facili entusiasmi nei confronti di newcomers sapientemente piazzati sul mercato (underground!) da etichette ancora più smaliziate ad usare questo tipo di servizi, appiattimento qualitativo nei vari sottogeneri e mancanza di sincerità nel ricercare, magari con le sole proprie forze, realtà che non hanno migliaia di likes o followers ma hanno da offrire quella qualità musicale che dai più viene messa oramai in secondo piano. I Damonacy non suona(va)no con cappucci e fumi di scena, con serpenti e tematiche pseudo-occulte ed anche il loro ritorno sulle scene, con la compilation qui esaminata, non li ha visti omologarsi al teatrino dei video teaser e del finto hype che viene attribuito anche alla più mediocre delle bedroom band ai giorni nostri. Eppure la sensazione ed il godimento che si prova innanzi ad un gruppo come loro è quello che ogni metalhead dovrebbe provare.

Demonic Slam!






per info: 
https://www.facebook.com/pages/Damonacy/173086472737396
https://www.facebook.com/groups/154985424548387/?fref=ts (Damonacy Fb group)
https://www.facebook.com/LordOfTheFliesRecords

venerdì 7 marzo 2014

METAL RECORDS HIGHLIGHTS. 2013

Il 2013 è già passato agli archivi da un pò... ripercorriamolo attraverso i suoi highlights discografici.
Graditi ritorni ed ottime conferme hanno infarcito di succulente uscite l'anno appena trascorso, in ordine sparso (sperando di non saltare niente) e con specifiche didascalie disco per disco, ecco una lista completa dei "must".


Immolation – Kingdom Of Conspiracy (Nuclear Blast)


Il ritorno dei re di New York (dopo tre anni da "Majesty & Decay" e due anni dall'ottimo mini "Providence") non delude, anzi! Personalmente gli Immolation rientrano fra le mie cinque band death metal preferite e non potevo non avere un hype esagerato nell'attesa di questo disco. "Niente di nuovo sul fronte occidentale": death metal Immolation style al 100%. Dissonanze, tempi che vanno ben aldilà del concetto semplicistico del "quattro quarti" pur, come sempre, senza mai cadere nel troppo cervellotico o fine a se stesso... la voce di Dolan è una delle cose più belle che il metal abbia mai potuto avere, ed il songwriting di Vigna altrettanto. In più, "gregari" come Taylor e Shalaty non possono non essere gli uomini giusti per completare questo idilliaco quadretto di death metal d'alta scuola!Una pecca questo disco ce l'ha, purtroppo. La produzione di batteria risulta troppo fredda/plasticosa/computerizzata... obblighi con la label? Penso non lo sapremo mai. I pattern sono perfetti e la resa dal vivo di canzoni come la titletrack o Indoctrinate (la migliore a mio avviso) rendono ancor più necessario un suono organico e naturale della batteria ma tant'è. 


Suffocation – Pinnacle Of Bedlam (Nuclear Blast)


Ancora New York, ancora Nuclear Blast. Stavolta sono i Suffo a tornare alla ribalta con un nuovo platter che segna il ritorno discografico di Dave Culross dietro le pelli. Il Pinnacolo è un disco che risente dell'era attuale: una produzione "moderna" e anche alcune soluzioni più leggere, più "catchy", potrebbero far pensare ad un passo falso da parte di Mullen & co. In realtà, a fronte di qualche critica immotivata, il comeback dei Suffo è tutto fuorchè brutto. Il loro stile è inconfondibile, i loro riff riconoscibilissimi, la prova di Mullen è clamorosa come lo è anche quella di Culross. Un pezzo come "As Grace Descends" (canzone promossa in anteprima con tanto di videoclip) non può non essere elogiato con tutti gli encomi del caso. Grandi riff, drumming ottimo e tiro eccellente, una "live song" al 100% che, infatti, dal vivo non fa prigionieri. Una delle migliori canzoni (prese singolarmente) di questo 2013; e poi la consueta ri-registrazione di un pezzo di "Breeding The Spawn", "Beginning Of Sorrow". Ottimo disco, superiore, a mio avviso,agli ultimi due capitoli della discografia dei Suffo (l'omonimo e "Blood Oath"), secondo solo a "Souls To Deny" nel periodo post-reunion. NYDM.


Morbosidad – Muerte De Cristo En Golgota (Nuclear War Now!)


A distanza di cinque anni dal predecessore, ed ottimo, "Profana La Cruz Del Nazareno", il Morboso Metal torna a distruggere tutto ciò che di sacro vi è al mondo. Questo full contiene tutti i dettami del modo di suonare Black/Death Metal che i Morbosidad ci hanno insegnato: canzoni brevi, oscillanti fra uno e due minuti e mezzo, produzione sporca ma comprensibile, riff e drumming ossessivi e martellanti figli dei Sarcofago (ma più estremizzati), vocals in madrelingua e blasfemia a fiotti. Quando hai in 27 minuti ben 12 canzoni, ti rendi conto che l'ascolto di questo disco equivale ad una scarica di chiodi che ti si conficcheranno addosso senza pietà. La cover finale di "Hammer Of Satan" degli Archgoat non fa che chiarire ancor di più questo concetto. Nell'ultimo periodo i Morbosidad, per problemi di salute di Thomas Stench, sono stati non attivissimi sotto il punto di vista live, ma fin quando le perle discografiche che cacceranno saranno di questa qualità, "lunga vita al Morboso Metal!"

Centurian – Contra Rationem (Listenable Records)


Ecco. Questo era uno dei comeback più attesi in questo 2013. Bastarono 28 giorni per soddisfarci. Ed ecco appunto che il 28 gennaio, per Listenable, esce "Contra Rationem"; chi si ricorda(va) dei Centurian, sicuramente ha a mente il loro stile infernale di intendere il death metal, figlio dei Morbid Angel ma anche dei Deicide. Nati nel 1997 con il nome di Inquisitor, la loro carriera discografica parte nel medesimo anno con il demo "Of Purest Fire" (con tanto di cover di "Blasphemy" dei succitati M.A. appunto) e prosegue con pezzi di storia del death metal underground anni 2000 europeo: il primo full "Choronzonic Chaos Gods" del 1999, il famoso disco con la copertina dipinta con il sangue dei componenti del gruppo, ed il capolavoro "Liber Zar Zax" del 2001. Dopo... il buio. Dopo un paio d'anni di silenzio assoluto tornano con un nuovo monicker, Nox. Stessi membri, stile simile (con più artifici tecnici però) e sembra che, dopo un full e due mini, i Centurian propriamente detti siano solo un vecchio ricordo. Ed invece nel 2011 ecco il ritorno! I Centurian tornano con la line up "storica" (se non fosse per qualche avvicendamento di strumento come Seth Van De Loo che passa dalla voce alla batteria) e l'aggiunta di un "nuovo" singer, Niel Adams (virgolettato perchè aveva cantato nei mini dei Nox). La risultante è un disco solido, 666% Centurian style. Ciò comporta un "involuzione" dagli anni dei Nox, più completi e pieni di soluzioni anche più tecniche come dicevamo prima, che ora tornano a lasciar il posto ad un death metal più "dritto" e meno artificioso. Altra cosa che salta all'occhio è la natura più breve delle canzoni, che vanno dai 2 ai 4 minuti, svolta importante nel songwriting dei nostri in quanto se si poteva muovere una critica, ad esempio, al loro "Liber Zar Zax" era proprio quella di essere un mattone difficile da digerire nei suoi 46 minuti di tempo (!). Negli ultimi due anni sono tornati ad incendiare anche i più prestigiosi palchi death metal europei con una maestria unica... sono una grande band che meriterebbe molto più del supporto che hanno sempre ricevuto.


Inquisition – Obscure Verses For The Multiverse (Season Of Mist)


Questa era una delle uscite più attese/temute dall'underground! Da quando, circa un anno e mezzo prima, Dagon se ne uscì con un paio di comunicati in cui, in maniera sibillina, lasciava presagire una non meglio specificata svolta per gli Inquisition (firmando per Season of Mist e adducendo un abbandono del loro storico facepainting). L'oracolo pareva dirci che tutto ciò era al fine di guadagnare economicamente di più, e da qui il passaggio a SoM partendo da una label come Hells Headbangers. Nulla di sbagliato se non fosse che queste dichiarazioni, il più delle volte, si sono rivelate dei fiaschi colossali capaci solo di rovinare e distruggere gruppi anche di un certo valore, svilirizzandoli della loro attitudine e della loro musica. Dopo più di un anno di "passione", il 25 ottobre siamo stati felicemente smentiti. Il disco è solido e tremendamente Inquisition style. Non entrando nel merito dell'album, queste sono pur sempre didascaliche presentazioni dei dischi e non proriamente recensioni, l'unico cambiamento, se così vogliamo chiamarlo, è il leggero "allegerimento" (scusate il wordplay), di determinate ritmiche e riff in favore di tempi più lenti e cadenzati. Tutto ciò però non intacca nè il valore del disco nè quello del gruppo; gli Inquisition ci hanno da sempre abituato a momenti anche più compassati e "viaggianti", e qui, coerentemente anche con il concept "universale" il tutto si sposa in un quadro che funziona. Artwork a cura di Paolo "MadMan" Girardi che lascia, come sempre, senza parole e produzione leggermente più scura dei loro ultimi lavori (in sede di anteprima/samplers il suono della batteria, estrapolato da tutto il resto, l'ho considerato non molto lontano da suoni che andrebbero bene anche su dischi death metal). Giusto per la cronaca... in tutto questo dal vivo i Nostri si sono tutt'altro che rammoliti, continuano ad evocare quarte dimensioni e demoni astrali ritualizzando a più non posso. Supporto!


Profanatica – Thy Kingdom Cum (Hells Headbangers Records)


E torna, sulla lunga distanza, anche un'altra leggenda del black metal. I Profanatica di Paul Ledney irrompono a fine novembre con un nuovo disco un pò "out of nowhere". La pubblicità fatta per la sua promozione partì poco più di un mese prima lasciando tutti gli appassionati un pò spiazzati, ma ovviamente in maniera positiva. Dietro una copertina e dei titoli in pieno stile Ledney, il lotto di canzoni che ci aspetta ci sorprende. Le canzoni hanno un songwriting leggermente diverso rispetto ai dischi precedenti, il box di note che comprende i, malatissimi, riff di questo disco è più lungo rispetto a quello che ci aspettavamo. La mano cadenzata di John Gelso, come già detto, spinge come non mai sull'acceleratore della malattia e ci dona riff da sturbo mentale a partire dalla opener "Ruptureholyhymen". Nota particolare: la seconda canzone, "Foul The Air With Blasphemy", è un non celato tributo ai mitici Necrovore! Il primo riff della canzone infatti riprende lo start della titletrack del leggendario demo dei texani "Divus De Mortuus", ed altri rimandi più o meno riconoscibili sono all'interno della song (come il terzo riff della medesima canzone). Giusto per citare qualche titolo degno di nota, le tre canzoni d'anteprima "Thy Kingdom Cum", "Ropes Of Hatred" e "Water To Blood" sono il degno epilogo, essendo le ultime tre track, di un grandissimo ritorno.


Exhumed – Necrocracy (Relapse Records)


Tornano anche gli alfieri del Gore Metal. La mia devozione per un metal hero come Matt Harvey mi ha spinto ad ascoltare, a suo tempo, ancor prima dell'acquisto questo album, motivato in primis dal voler smentire le, solite, gratuite critiche che si muovono verso questo gruppo e, come volevasi dimostrare, i piagnistei al motto di "no ma non sono più quelli di una volta... no ma sono melodici", vengono devastati già dalla prima canzone "Coins Upon The Eyes". Un refrain da cantare invocando il metal sperando che realtà come queste non muoiano mai (e le quattro canzoni presenti nello split con gli Iron Reagan uscito a gennaio di quest'anno non fanno altro che confermare quanto appena detto... sebbene non abbia apprezzato particolarmente le cover punk presenti nel lato Exhumed). Le altre canzoni, che si muovono su una scia death metal ala Carcass, non hanno niente da invidiare alla opener e scorrono via che è un piacere. In tre ascolti il disco è bello che assimilato. "The dust in the mausoleum will never settle from the relentless pounding of gore fucking metaaal!!!"


Darkthrone – The Underground Resistance (Peaceville Records)


Torniamo ad inizio anno, il 25 febbraio, dopo tre anni di silenzio, è la volta del comeback di Fenriz e Nocturno Culto. Quì come al solito è un "opinion maker fest" quando si parla di nuovo disco dei norvegesi: tutti pronti ad additarli come a) traditori del black """vero""" b) "se voglio sentirmi i Motorhead non mi ascolto i nuovi DT" c) "non sanno suonare speed metal" d) "dovevano cambiar nome". Avendo, da queste parti, una considerazione minore di quella di Malgioglio per la figa riguardo le opinioni altrui (specialmente se idiote e frutto di, paraculistici, IMHO), il disco è bellissimo. Non il migliore dei Darkthrone, nè se prendiamo in esame tutta la loro carriera, nè se prendiamo quella anni 2000. Tuttavia, in sei canzoni, i pezzoni ci sono e il refrain di "Valkyrie" mi lascia sempre disidratato in zona pelvica. Una mezza suite come "Live No Cross Unturned" invece era semplicemente perfetta nel ruolo d'anteprima al disco (sebbene fossero stati pubblicati solo i primi sette minuti dei quattordici complessivi). Punti di forza: le influenze che vanno dai Mercyful Fate ai Celtic Frost agli Agent Steel, con un carico esplosivo di riff, refrain e vocals da anthem. Punti deboli: in isolati cas il songwriting potrebbe essere migliore e gli assoli decontestualizzati (annale problema per i nostri). Quando Nocturno Culto decide, giustamente, di partire con un assolo up o mid tempo che sia, ci troviamo sempre di fronte a due problemi intercambiabili fra loro: 1) il suono del disco è abbastanza pomposo (ed è giusto per la miscela speed/heavy/black attuale) ed il suono del solo è freddissimo (manco fosse stato registrato per un "Transilvanian Hunger") 2) sono troppo statici. Le note utilizzate per assoleggiare saranno, si e no, quattro o cinque ad assolo... ma ci va bene così dopotutto. 


Autopsy – The Headless Ritual (Peaceville Records)


Rimaniamo nella britannica Peaceville per il nuovo Autopsy. Poco da dire. Quando di fronte hai istituzioni del genere che, della coerenza attitudinale ed artistica (e ciò non vuol dire che abbiano fatto dischi uguali fra loro... anzi!), hanno fatto la propria carriera, non puoi che acquistare il disco nuovo appena esso esce, metterlo in stereo, e fare il tuo dovere di headfistbanger. La peculiarità degli ultimi Autopsy, giusto per fare un appunto, è il rendere la proposta più diretta e meno malata rispetto un tempo. Questo "Headless Ritual", uscito il 24 giugno, è molto lungo: in 44 minuti ci presenta tutto il lerciume di Reifert e compagni. Migliore o "peggiore" del precedente? Non so. "Macabre Eternal" dalla sua aveva ben un'ora, cinque minuti e ventisette secondi di Autopsy Metal e, a mio avviso, ha un tiro ancora più lento, "doom", di HR. Nel frattempo è già stato annunciato un nuovo disco, "Tourniquets, Hacksaws & Graves", atteso per il 21 aprile 2014, ancora per Peaceville. Preordiniamo.


Bolzer – Aura (Iron Bonehead Productions, ep)


Quì mi inchino. Dopo aver ascoltato "Entranced By The Wolfshook", la mia canzone preferita del disco e prima canzone in assoluta ascoltata dal sottoscritto di questo nuovo gruppo svizzero, sono completamente impazzito. Non essendo rappresentato dal trend che tende a mitizzare ogni gruppo proveniente dall'underground con determinate sonorità che possono andare di moda in alcuni periodi storici (l'era attuale è quella del death metal fumoso post Incantation e/o death-doom), tant'è che il gruppo l'ho scoperto solo di recente, ben dopo l'esplosione del fenomeno Bolzer, posso asserire tranquillamente che questo ep è, nel suo campo, la miglior uscita dell'anno. I ragazzi (HzR e KzR) hanno personalità ed originalità da vendere, riff del genere credo non li ho mai ascoltati... Difficile etichettare le loro influenze: vagamente potrebbero ricordare qualcosa dei primi Necros Christos nella stesura dei brani, con un sound certamente diverso e che, appunto, strizza l'occhio a quella "fumosità" di cui sopra. Non vedo l'ora di beccarli dal vivo, per me si beccano l'encomio in questa annata. Concept spettacolare.


Grave Miasma – Odori Sepulcrorum (Sepulchral Voice Records)


Lo stile, inconfondibile, in casa Sepulchral Voice è portato avanti discograficamente in questo caso dai Grave Miasma. Gli ex Goat Molestor ci presentano una prova da considerarsi, a mio avviso, della maturità. Le idee presenti nel mini di debutto "Exalted Emanations" trovano qui una veste aggiornata e qualitativamente appetibilissima per chi è fan di sonorità che vanno dai Necros Christos agli Incantation. Un platter che su uno scaffale di dischi lo si potrebbe trovare vicino ad un cd dei Venenum (non a caso compagni d'etichetta dei londinesi). Otto canzoni più traccia strumentale per cinquanta minuti di necromantico black/death metal (a mio avviso più death che black a questo giro).


Running Wild – Resilient (SPV)


Molti, tutti direi, storsero il naso al ritorno discografico del 2012 dei RW. "Shadowmaker" destò sconforto sulle capacità di scrittura di Rock'n'Rolf a tutti... ma non a me! Il disco, dopo ripetuti ascolti ovviamente ed ovviamente contestualizzando il tutto e senza cercare paragoni infantili con i capolavori del gruppo, mi piacque. Canzoni come "Piece Of The Action", "Me & The Boys" e la titletrack me le ricordo ancora benissimo... e qui, in questo "Resilient", la qualità OGGETTIVA del songwriting di Rolf Kasparek torna ad essere lapalissiana. I commenti positivi, ed addirittura entusiasti, su questo disco (uscito il 2 ottobre) sono arrivati dalla comunità metal tutta ed ovviamente vedono me in prima linea a sbandierarne la qualità (ovviamente con la bandiera dei pirati). Le canzoni ai due estremi, "Soldiers Of Fortune" e "Bloody Island"sono le mie preferite. Un trionfo di riff totali alla Kasparek e ritornelli fenomenali. Non si poteva chiedere molto altro da Rock'n'Rolf nel 2013. Oltre le più rosee aspettative. Speriamo solo che torni un batterista a suonare in studio (e che magari li faccia tornare anche dal vivo).


Ogdru Jahad – I (Iron Bonehead Productions)


Qui, essendo l'opera prima sulla lunga distanza di questo gruppo, se qualcuno si fosse perso le vicende relative a Seventh Blasphemer, rischierebbe di andare incontro ad uno spoiler. "I" è il debutto degli OJ, gruppo formato dal succitato S.B., qui con il nome di Necrodevil, come prosecuzione del suo vecchio, e grande gruppo, Sadomator. Il disco, uscito per Iron Bonehead, si muove tra i vecchi gruppi di Seventh Blasphemer e soluzioni che potrebbero ricordare anche gli Archgoat. Il suono, "ciotto" ed incisivo, è azzeccatissimo ed in undici tracce, per una mezz'ora abbondante di black/death metal blasfemo ed irriverente verso il sacro, i danesi si piazzano sicuramente fra le top underground release of the year.



Le uscite valide 2013, oggettivamente e soggettivamente, non finiscono certo quì. Anche solo sul suolo italico le uscite sono state variegate e con qualità mediamente alta. Ecco dunque una lista di "honorable mentions" per concludere questo lungo viaggio fra le oscenità sonore 2013:

Demonomancy – Throne Of Demonic Proselytism (Nuclear War Now!)
Ares Kingdom – Veneration (Nuclear War Now!)
Antediluvian – Logos (Nuclear War Now!)
Incantation/Archgoat – Reh & Live 1990/Jesus Spawn (Nuclear War Now!, split. Package uscito con il libro di Chris Moyen)
Necrobutcher – Schizophrenic Noisy Torment (Nuclear War Now!, best of)
Denouncement Pyre – Almighty Arcanum (Hells Headbangers Records)
Impiety – The Impious Crusade (Hells Headbangers Records, ep)
Into Darkness – Cosmic Chaos (Unholy Domain Records, demo)
Manilla Road – Mysterium (Shadow Kingdom Records)
Motorhead – Aftershock (UDR Music)
Necroblood – Second Blood (Iron Bonehead Productions, ep)
Sheol – Sepulcharl Ruins Below The Temple (Iron Bonehead Productions, demo)
Entrails – Raging Death (Metal Blade)
Enforcer – Death By Fire (Nuclear Blast)
Craven Idol – Towards Eschaton (Dark Descent Records)
Pyrexia – Feast Of Iniquity (Unique Leader Records)
Broken Hope – Omen Of Disease (Century Media Records)
Vasaeleth – All Uproarious Darkness (Profunde Lore Records, ep)
Deranged – Morgue Orgy (Sevared Records, ep)
Defeated Sanity – Passages Into Deformity (Willowtip)
Christ Denied – Cancer Eradiction (Xtreem Music)
Nocturnal Graves - ...From The Bloodline Of Cain (Hells Headbangers Records)
Fulmination – Humanity's Dirge (Dark Descent Records)
In League With Satan/Satanik Goat Ritual – Seven Spittings On The Face Of Madonna (Blasphemous Art Productions)
Coffins – The Fleshland (Relapse Records)
Ritualization – Beyond The Shrine Of Shattered Bones (Blood Harvest, ep)
Satan – Life Sentence (Listenable Records)
Mortuary Drape/Shining – In The Eerie Cold Where All The Witches Dance (Primitive Art Records)
Sign Of The Jackal – Mark Of The Beast (High Roller Records)
Necroholocaust – Ritual Goat Command 2003 – 2013 (Black Goat Terrorist 666, compilation)
Excidium – Infecting The Graves Vol.2 (Despise The Sun Records, compilation)
Disma/Convulse – Days Of Death (Doomentia, split)